Quando un utente si logga su
una piattaforma unix, si trova in un ambiente grafico, chiamato Xwindows.
Gli appare uno sfondo, qualche finestra, il puntatore del mouse...
La prima cosa che deve fare
l'utente è quella di guadagnarsi una shell dei comandi, ovvero una
particolare finestra che ha lo scopo di ricevere dei comandi digitati da
tastiera ed eseguirli.
Alcune macchine, come le macchine
IBM, rendono immediatamente disponibile all'utente una finestra con il
cosiddetto prompt, cioè il segnale che la shell è
pronta a ricevere comandi. Su altre macchine, come sulle DIGITAL, l'utente
deve richiederla, generalmente selezionando con il mouse la voce opportuna
di un menù (per le DIGITAL la voce Decterm
sotto il menù Applications).
L'utente può aprire un numero pressocché illimitato di finestre
di comandi contemporaneamente.
Nella finestra dei comandi appare
un segnale (il già nominato prompt) che informa l'utente che è
possibile immettere comandi. Un esempio di prompt è il seguente:
<90100110@pascal ~>
Si possono distinguere tre parti,
comprese tra i simboli di minore e maggiore ("<"
e ">"):
-
la prima parte denuncia il nome
dell'utente, in questo caso un utente che ha uno userid numerico 90100110
-
la seconda parte, separata dalla
prima da un chiocciolina (@)
denuncia il nome della macchina, in questo caso la macchina pascal.
-
la terza parte ricorda la directory
in cui ci si trova. Si noti che la home directory dell'utente viene rappresentata
stenograficamente con una tilde (~).
Se l'utente si trovasse nella directory mia_dir,
sotto la sua home, il suo prompt sarebbe: <90100110@pascal
~/mia_dir>. Sempre con
la tilde si può rappresentare la directory home di un utente generico:
se si vuole indicare la directory public
nella home dell'utente pippo
si può usare la notazione ~pippo/public.
Nel digitare i comandi unix si ricordi
che il sistema unix è case-sensitive, cioè distingue le lettere
maiuscole dalle minuscole. I comandi ls,
Ls,
lS,
ed LS,
sono per lo unix quattro comandi diversi (il primo esiste davvero, gli
altri tre generano un messaggio d'errore). Vediamo ora i comandi unix più
elementari:
-
il comando pwd
mostra tutte le directory che si incontrano procedendo dalla directory
root fino alla directory corrente. Come abbiamo detto, nel prompt è
contenuta una indicazione solo stenografica della directory in cui ci si
trova, inoltre alcuni sistemi unix sono configurati in modo tale che nel
prompt non c'è nessuna indicazione della directory corrente. "pwd"
sta per "print working directory" cioè "stampa la directory
di lavoro" (nei sistemi unix si usa spesso il termine "print"
riferito alla stampa su video, piuttosto che a quella su carta).
-
il comando ls
mostra il contenuto della directory attuale (ls sta per list).
Nei sistemi unix non c'è modo di capire dai nomi degli oggetti se
questi siano file o directory a loro volta. Si presume che l'utente lo
sappia. Se si vuole vederlo esplicitamente si può eseguire il comando
"ls -F",
passando così al comando ls
il "flag" (ovvero il parametro) -F
che richiede un output formattato. In coda ai nomi delle directory apparirà
il simbolo "/",
che consentirà di distinguerle dai file.
Se eseguiamo il comando "ls
-F" sotto la directory
home, troviamo due directory: la public e la private. Tutto ciò
che l'utente metterà sotto la public potrà essere letto dagli
altri utenti, mentre tutto ciò che metterà sotto la directory
private sarà leggibile solamente da lui.
-
il comando cd
seguito dal nome di una directory consente di cambiare directory ("cd"
sta per "change directory"). La directory ".."
è la directory "genitore" della directory corrente, quindi il comando
"cd .."
consente di risalire nell'albero delle directory verso la root (si noti
che a differenza del DOS, lo spazio tra le lettere "cd"
e i due punti ".."
è necessario). La directory "."
è la directory corrente, quindi il comando "cd
." non ha nessun effetto.
-
il comando mkdir
e il comando rmdir,
seguiti dal nome di una directory consentono rispettivamente di creare
una nuova directory o rimuovere una directory esistente.
-
il comando cp
seguito dal nome di un file esistente e dal nome di un file non ancora
esistente consente di creare una copia del file. I nomi dei file devono
essere preceduti dall'indicazione della directory in cui sono situati,
se questa è diversa dalla directory corrente. Se il nome del secondo
file è assente, ma è presente il nome di una directory, è
evidente che si intende creare un file con lo stesso nome del file di partenza
nella directory specificata. Per esempio il comando "cp
~protoman/*.gif ." copia
tutti i file il cui nome comincia in qualsivoglia modo e termini con ".gif",
situati nella home directory dell'utente protoman, nella directory corrente
(.),
assegnandogli il nome che avevano in partenza.
-
il comando rm
seguito dal nome di un file cancella il file. La cancellazione è
definitiva e irreversibile.
-
infine netscape
e nedit
sono i nomi di due applicazioni che possono essere lanciate dalla linea
di comando. La prima è un diffusissimo browser (un client http),
la seconda è un editor di testi molto intuitivo. La "&"
(e commerciale) che si vede in figura in fondo al nome (può essere
anche attaccata al nome stesso), si aggiunge sulla linea di comando per
informare il sistema operativo che si intende digitare altri comandi prima
che il comando in questione sia terminato. Il comportamento usuale è
infatti quello di presentare di nuovo il prompt all'utente solo quando
la computazione relativa al comando precedente è terminata. I due
comandi in questione (netscape e nedit) hanno come effetto l'apertura di
nuove finestre. Se si omette la e commerciale, per digitare un nuovo comando
si dovrà chiudere queste finestre e terminare i relativi programmi,
oppure procurarsi una nuova shell dei comandi.
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